Nonno Evandro è nato a Orroli, in Sardegna il 6 agosto del 1922. Avrebbe compiuto Cento anni, ma ci ha lasciato il 15 luglio 2022, a 22 giorni dal suo compleanno.
Era il minore di sette fratelli e a soli tredici giorni di vita, rimase orfano di padre.
M’anti pesau fradi’ miusu, Eduardu e Albinu
Mi hanno cresciuto i miei Fratelli, Edoardo e Albino (rispettivamente del 1902 e del 1904).
Ha vissuto i suoi primi vent’anni durante il fascismo. All’età di undici anni, dopo aver frequentato la scuola fino alla quarta elementare, era stato promosso in quinta, iniziò a pascolare il gregge di suo fratello.
Pascìa una corantina de angionis sacaius
Pascolavo una quarantina di agnelli giovani, di circa un anno di età.
Andava in campagna scalzo e stava lontano da casa, per due o tre giorni consecutivi, soffrendo la fame e il freddo.
Ha partecipato attivamente alla Seconda Guerra Mondiale, durante il servizio militare di leva che è durato per quattro anni e otto mesi (dal 1941 al 1945). Ha conosciuto la paura.
Nella vita ha sempre fatto il pastore e il contadino, ma fare il pastore non gli è mai piaciuto: un lavoro imposto in tenera età e portato avanti per quarantaquattro anni. È andato in pensione a cinquantacinque anni.
Nonostante le sofferenze che la vita gli ha riservato, Nonno Evandro non ha mai perso il sorriso.
Aveva il cuore buono e lo sguardo gentile e vivace, era curioso, simpatico e sempre rispettoso: queste le sue principali qualità che lo rendevano speciale e amato da tutti.
Quando ero piccola ricordo che aveva la passione per la Boxe, negli ultimi vent’anni si è appassionato al calcio.
Era un grande tifoso del Cagliari: è andato allo stadio per la prima volta a novantaquattro anni.
Per conoscersi bisogna svolgere la propria vita fino in fondo, fino al momento in cui si cala nella fossa. E anche allora bisogna che ci sia uno che ti raccolga, ti risusciti, ti racconti a te stesso e agli altri come in un giudizio finale. È quello che ho fatto io in questi anni, che vorrei non aver fatto e continuerò a fare perché ormai non si tratta dell’altrui destino ma del mio.
Salvatore Satta, Il giorno del giudizio (1977)
COLONNA SONORA
Il brano che mi ha accompagnata durante la scrittura è Invito al viaggio di Franco Battiato
2 risposte a “A te, che eri unico e speciale”
Ho letto e ascoltato i brani musicali dei collegamenti quasi in apnea. Le storie mi hanno riportato alla mia infanzia e alle figure di riferimento come genitori, nonni e zie. Persone accogienti e generose.
Grazie per queste emozioni…continuerò a seguirti!
Grazie a te Gian Paolo. A presto!