Annetta Cauli

Nella mia famiglia la sfera femminile è sempre stata predominante, espressione di quella cultura matriarcale che ha origini antichissime.

Dai racconti di nonno emerge che mia bisnonna Annetta, sua mamma, era una donna impavida e fiera. Era in tutto e per tutto la capofamiglia, stimata, temuta e rispettata.

Chi fusti cun Annetta Cauli…

Con Annetta Cauli non l’avresti fatto, ripeteva continuamente mia nonna a mo’ di rimprovero per chi non si comportava bene.

Andava in campagna da sola, anche la notte, senza alcun timore, quando vivi e morti entravano ancora in contatto.

Allora si raccontava, infatti, che la notte fosse il momento in cui tornavano sulla terra, per fare penitenza, tutte le anime che non avevano ancora trovato la pace.

Ma lei andava per la sua strada, affrontando situazioni in cui spesso anche gli uomini avevano paura. Lei invece non temeva niente.

Del resto è rimasta vedova dopo la nascita di nonno Evandro, a tredici giorni dal parto, in un momento di massima vulnerabilità. Quindi si è dovuta rimboccare le maniche, contando anche sull’aiuto dei figli più grandi, che hanno letteralmente cresciuto mio nonno, mentre lei doveva preoccuparsi di mantenere la famiglia.

Si dice che non fosse piacevole vederla arrabbiata, ma io, purtroppo, non ho avuto il piacere di conoscerla.

Come la luna appare nel cielo notturno, per ricordare agli esseri viventi che il sole, nella sua momentanea assenza, splende, così la femmina acquista esistenza se il maschio, percependone l’invisibile bellezza, la illumina. E solo in quel momento accade che essa ne rifletta lo splendore, arricchito di candida dolcezza. In un antico paese viveva una donna. Senza il suo compagno portava il seme che rende manifesta la creazione. Quando fu il tempo partorì una bambina. Vedendola pianse. Per la madre, se un figlio maschio è un figlio, la femmina invece è il proprio rifiorire. La continuità del femminile eterno che nel tempo assume forma e, divenendo donna, è per la madre figlia e per l’altro sposa.

Virginia Gasperini, Il telaio d’oro della Jana (2018)

COLONNA SONORA

Il brano che mi ha accompagnata durante la scrittura è Alma Guerreira di Dulce Pontes

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