Si dice sempre che tra i segreti dei centenari ci siano l’attività fisica e un’alimentazione sana.
Nonno Evandro ha sempre camminato tanto, sin da bambino, quando andava da solo in campagna per accudire il gregge e stava fuori casa per diversi giorni.
Ha mantenuto quest’abitudine fino alla vecchiaia.
Ha continuato a raggiungere la vigna a piedi, nonostante ci fosse chi la curava per lui, fino all’età di novantaquattro anni, circa.
Le sue giornate sono sempre iniziate molto presto: sveglia all’alba, pranzo a mezzogiorno e riposino pomeridiano.
Nella sua giornata tipo non poteva mancare l’uscita in piazza o in s’eca de Santu Bissenti, sia al mattino che al pomeriggio.
Quanto al cibo, nonno ha sempre mangiato poco e spesso, non ha mai amato la carne e adorava la pasta.
Me lo ricordo ancora, di rientro dalla sua uscita, aprire il mobile della cucina per prendere un pezzo di pane o una mela, a cui faceva tanti piccoli tagli col coltello per aiutarsi nella masticazione.
Quando ero bambina ricordo che mangiava molto spesso la minestrina con il latte, perché soffriva di mal di stomaco.
Tra i segreti per la longevità si cita spesso un bicchiere di vino a pasto. Ebbene, nonno non beveva vino. L’unico eccesso che si concedeva era un bicchiere di birra Ichnusa allungata con un po’ di gassosa Siete Fuentes, al pranzo domenicale.
Recentemente aveva sviluppato l’abitudine di mangiare caramelle o cioccolatini a metà pomeriggio. Ogni tanto infilava la mano in tasca e mangiava, del resto non aveva paura che gli si cariassero i denti, visto che gli mancavano tutti.
Il vecchio era magro e scarno e aveva rughe profonde alla nuca. Sulle guance aveva le chiazze […] provocate dai riflessi del sole sul mare tropicale. Le chiazze scendevano lungo i due lati del viso e le mani avevano cicatrici profonde che gli erano venute trattenendo con le lenze i pesci pesanti. Ma nessuna di queste cicatrici era fresca. Erano tutte antiche come erosioni di un deserto senza pesci.
Tutto in lui era vecchio tranne gli occhi che avevano lo stesso colore del mare ed erano allegri e indomiti.
Ernest Hemingway, Il vecchio e il mare (1952)
COLONNA SONORA
Il brano che mi ha accompagnata durante la scrittura è Chan Chan di Buena vista social club