Della famiglia di nonno Evandro ricordo molto bene sua sorella Eulalia, per tutti tzia Ollària.
Era sposata con un uomo molto più grande di lei e non ha avuto figli. Abitava in una bellissima casa in stile sardo, molto grande e signorile, costruita in làdiri, i tradizionali mattoni in terra cruda.
Esternamente aveva un bellissimo e ampio cortile in ciottoli. Internamente il pavimento in cemento liscio e numerose stanze che odoravano di fumo, soprattutto la cucina. C’erano anche un camino e una cucina alimentata dalla brace, sa forredha.
Il marito era molto più grande di lei, ed era molto arretrato e nonostante fossero benestanti hanno vissuto una vita di privazioni. Ricordo molto bene che quando andavamo a trovarla la casa era sempre molto fredda, perché la poca legna che ardeva nel camino non era sufficiente a scaldare una casa così grande e piena di spifferi.
Dopo la morte del marito ha iniziato a stare a casa dei miei nonni e sporadicamente anche a casa nostra. È stato allora che ha iniziato ad assaporare un po’ la vita.
A casa sua non aveva il televisore, e quasi non ne conosceva l’esistenza, quindi una volta che ha preso contatto con quella scatola magica è sempre stato molto interessante osservarne le reazioni.
Tutto ciò che veniva trasmesso, per lei, era reale e quindi partecipava con molto trasporto alla visione delle varie trasmissioni. La sua passione era il telefilm Zorro: viveva con apprensione ogni puntata nella speranza che il suo beniamino riuscisse a cavarsela.
Oi Zorro si d’adi bia leggia.
Oggi Zorro se l’è vista brutta, raccontava ai membri della famiglia che non avevano seguito la puntata.
Se con un soldo si compra un mattone, la casa vien su da sé. Già, sarebbe troppo bello. Il fatto è che la casa di un notaio non può essere come la casa di un contadino di Sèuna, con la sua corte, il suo rustico patio, la catasta della legna, le loriche per il giogo, e in fondo la cucina col focolare in mezzo alla stanza: questa si è fatta da sé attraverso i secoli, come l’uccello si fa il suo nido.
Salvatore Satta, Il giorno del giudizio (1977)
COLONNA SONORA
Il brano che mi ha accompagnata durante la scrittura è La storia siamo noi di Francesco De Gregori