Su motti

Nonno Evandro ha sempre vissuto a Orroli e per quasi cento anni l’ha visto cambiare ed evolversi.

Ad un primo sguardo, un po’ superficiale, Orroli può sembrare un paese come tanti: poco più di duemila abitanti, un centro storico curato, le case dei rioni circostanti enormi e tutte diverse tra loro.
Ma ad un livello più profondo lo si può definire, senza esagerare, un luogo magico.

Sorto ai piedi di un vulcano, il Monte Pitziogu, spento in epoca neozoica, e poco distante dal complesso archeologico tra i più importanti e maestosi della Sardegna, il Nuraghe Arrubiu, Orroli è stato edificato in epoca nuragica e successivamente ricostruito intorno al 1400.

Sin da piccola il mio luogo preferito è sempre stato il parco archeologico e botanico Su motti.

Soprattutto d’estate si andava molto spesso a fare lunghe passeggiate per raggiungere le domus de janas, che noi bambini definivamo case delle fate.
In mezzo ai boschi di rovere e macchia mediterranea ci sentivamo come i personaggi delle fiabe e ogni escursione era una vera e propria avventura.

Anche adesso che non abito più a Orroli, Su motti è il luogo che amo più di tutti e ogni passeggiata è ancora una scoperta.

Salire in cima all’altopiano di Pranu de muru e ripercorrere la via lavica mi proietta in un tempo sospeso e indefinito.
È sempre emozionante osservare il paese dall’alto, sovrastando il nuraghe su motti ormai diroccato e su crastu de Abori, con i falchi che planano poco più in alto.

Scendendo ci si immerge nel bosco, che sembra davvero fatato e conduce alle domus de janas dove da piccola entravo alla ricerca di un segno, una conferma della “reale” presenza delle fate.

A un certo punto il mondo che conoscevo è scomparso, o uscito di scena, e gli si è sostituito un altro mondo. Come quando la corsa di un treno devia da un binario all’altro. Cioè, la mia coscienza che adesso è qui, appartiene al mondo di prima, che però nel frattempo si è trasformato in qualcosa d’altro. Per il momento i cambiamenti sono limitati. La maggior parte di quello nuovo proviene dal mondo originale, quello che conosco io. Perciò, per quanto riguarda la vita quotidiana, non ci sono problemi concreti. Tuttavia quelle “parti modificate”, man mano che si va avanti, potrebbero produrre ancora grandi cambiamenti. Gli errori potrebbero a poco a poco ingrandirsi e, a seconda dei casi, danneggiare la logica delle mie azioni, spingendomi a commettere sbagli irreparabili. E tutto ciò, se avvenisse, potrebbe essermi letteralmente fatale. Un mondo parallelo.

Haruki Murakami, 1Q84 (2009)

COLONNA SONORA
Il brano che mi ha accompagnata durante la scrittura è Strani giorni di Franco Battiato

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