Un viaggio nei ricordi

Nonno Evandro aveva una grande passione per i viaggi. Passione che, unita alla sua curiosità innata, aveva determinato la sua partecipazione ai viaggi organizzati, dal Comune di Orroli, per gli anziani del paese.
Partiva da solo, perché nonna Anna non era altrettanto curiosa e soffriva il mal d’auto.

Nonno aveva visitato tanti luoghi diversi, sia in Italia che all’estero. Dai suoi viaggi portava sempre regali per tutti e tanti racconti.
Ricordo ancora le volte che, a distanza di anni, nominava i luoghi visitati: le grotte di Frasassi, Venezia, Kairouan, Sidi Bou Said, Hammamet.

I racconti che mi sono rimasti più impressi riguardano il suo viaggio in Tunisia e le descrizioni che aveva fatto di Venezia.

Venezia, stranamente, non gli era piaciuta: l’aveva descritta come una città sporca e triste. Credo che questa sua opinione fosse una delle poche cose su cui non eravamo d’accordo.

Della Tunisia l’avevano colpito tantissimo i mercati, quelli meno turistici, centro della vita comunitaria.

Raccontava con stupore delle teste dei cammelli, ancora grondanti di sangue, appese all’esterno delle macellerie e piene di mosche.

La frutta e la verdura erano buttate a terra insieme agli abiti e i cani ci passavano in mezzo, mentre le persone sceglievano senza farsi troppi problemi.

Il pane e la carne, poi, erano esposti alla polvere e agli insetti, mentre le capre passeggiavano sul ciglio della strada.

Sia per Venezia che per la Tunisia, è stato colpito dalla sporcizia, che si manifestava in modo decisamente diverso. Ed è stata proprio questa diversità che ha determinato il suo giudizio diametralmente opposto sui due luoghi.

Credo che per lui il viaggio in Tunisia fosse stato, per certi versi, una specie di viaggio indietro nel tempo. Un ritorno al periodo in cui era ragazzo e le condizioni igieniche non erano ancora una priorità.

Ricordo la sua meraviglia nel raccontare il divario tra gli hotel di lusso in cui alloggiavano e i mercati gremiti di persone e mosche.

Anche io, come lui, ho sempre amato viaggiare e la meraviglia più grande è stata visitare alcuni dei luoghi che avevo prima scoperto attraverso i suoi racconti.

Il Mercato delle Carni si trovava proprio dietro al Municipio, a sud della piazza del Mercato, verso ovest. All’interno c’erano trentadue banchi: da generazioni a Delft esistevano trentadue macellai. Il luogo era affollato di domestiche che sceglievano, contrattavano e compravano la carne per la famiglia, e di uomini che arrivavano carichi di bestie macellate e se ne andavano con le carcasse. La segatura sparsa sul pavimento assorbiva il sangue e si attaccava alle scarpe e agli orli dei vestiti. Nell’aria ristagnava un fetore di sangue che mi fece rabbrividire, sebbene in passato ci fossi andata tutte le settimane e avrei dovuto esserci abituata. Ma ero comunque contenta di trovarmi in un luogo a me familiare.

Tracy Chevalier, La ragazza con l’orecchino di perla (1999)

COLONNA SONORA
Il brano che mi ha accompagnata durante la scrittura è I treni di Tozeur di Franco Battiato

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