Nonno Evandro mi ha insegnato che le famiglie possono essere tante, e comunque importanti, anche se non vincolate dall’appartenenza di sangue.
L’importanza di questi legami era facilmente intuibile, soprattutto per il modo che aveva di raccontarli.
Trovava espressione quando parlava dei ragazzi che avevano fatto il militare con lui o di quelli con cui aveva lavorato quando faceva il pastore, o quando usciva per incontrare la “famiglia” che lo aspettava in piazza ogni giorno.
La famiglia d’origine ci capita, non possiamo sceglierla e su di essa non abbiamo alcun controllo.
Poi, nel corso della vita, incontriamo persone che scegliamo, con cui instauriamo legami, che possono durare a lungo o sparire senza lasciare tracce visibili.
Da quando ho iniziato a scrivere, la famiglia in cui sono nata è stata, direttamente o indirettamente, al centro dei miei racconti. Mentre ho sempre avuto molto pudore a parlare delle famiglie, formate da una o più persone, che ho incontrato fin qua.
Alcune, quelle speciali, ci sono ancora, anche se non tutte fisicamente. Perché i legami forti resistono, anche alla distanza e alla separazione, anche alla morte.
“Lasci che sia io a proseguire” lo interruppe Carlotta “per vedere se ho capito dove vuole andare a parare. Ogni essere, così come ha un rapporto con se stesso, deve anche avere una relazione con gli altri.”
“E tale relazione sarà diversa a seconda della diversità degli esseri” continuò Edoardo con prontezza. “Si incontreranno subito, come amici, come vecchi conoscenti, quelli che legano in fretta, che si uniscono senza modificarsi a vicenda, come il vino si mescola con l’acqua. Altri invece, pur trovandosi vicini, continueranno a restare estranei e non ci sarà verso di legarli, nemmeno mescolandoli e strofinandoli con mezzi meccanici; così come l’olio e l’acqua che, appena si smette di sbatterli, si separano di nuovo.”
“Non ci vuole molto” osservò Carlotta “a vedere in queste forme semplici le persone che abbiamo conosciuto.”
Johann Wolfgang von Goethe, Le affinità elettive (1809)
COLONNA SONORA
Il brano che mi ha accompagnata durante la scrittura è Affinità elettive di Giovanni Allevi