Ricordo che quando ero piccola, a fine estate, aspettavamo l’arrivo dello zio emigrato in Germania. Si era trasferito da ragazzo per lavorare in una fabbrica e quando rientrava per le ferie in Sardegna, passava un po’ di tempo a Orroli, il suo paese d’origine.
Dante era il cugino di mia mamma, figlio del fratello maggiore di nonno Evandro. Era un signore di mezza età, scapolo e ingenuo, alla ricerca perenne di una fidanzata.
Come spesso accade a chi va ad abitare fuori, pensava che le cose di cui aveva fatto esperienza in Germania da noi non esistessero e quindi credeva di essere per noi portatore di conoscenza.
Non poteva immaginare che anche in un piccolo paesino del centro Sardegna conoscessimo Meister Proper, il tedesco Mastro Lindo.
Nonostante le sue convinzioni, che per lui erano motivo di vanto, lo ricordo come un signore arretrato e tirchio. Ci portava in dono bulbi di tulipani e barrette di cioccolato, come se da noi non esistessero e noi avessimo la possibilità di conoscerli solo grazie a lui.
L’unico regalo per cui si era distinto esiste ancora, nuovo come il giorno che l’aveva regalato a mia sorella: un gatto di peluche, grigio dagli occhi azzurri, che mia nipotina ha chiamato per l’appunto Dante.
Il suo arrivo in paese era comunque sempre motivo di divertimento, proprio per il suo modo di essere.
Era molto affezionato a mio nonno e alla nostra famiglia e anche noi, a modo nostro, gli volevamo bene.
Una volta andato in pensione è tornato in Sardegna, lasciando la Germania per quell’isola che ha sempre considerato arretrata.
Un uomo come lui non poteva rimanere a Nuoro, e la sua ricchezza non doveva restare inerte. La fama di Milano, dove i soldi si moltiplicano solo a guardarli, era arrivata fino a Nuoro. Là sarebbe andato, avrebbe iniziato qualche buona impresa, e dopo qualche anno sarebbe tornato con una di quelle automobili che cominciavano ad apparire anche in Sardegna, e si sarebbe comprato una casa al Corso, e una tanca come quella che possedeva Don Pasqualino.
Salvatore Satta, Il giorno del Giudizio (1977)
COLONNA SONORA
Il brano che mi ha accompagnata durante la scrittura è L’operaio Gerolamo di Lucio Dalla