Nonno Evandro, conosciuto anche come Tziu Vandeddu, ha sempre amato il contatto con le persone.
Se in paese arrivava un forestiero, unu strangiu, nonno era il primo a entrare in contatto con lui e farci amicizia.
Quando si trattava di partecipare a trasmissioni televisive, riprese per film o cortometraggi e interviste, non si tirava indietro.
Era naturalmente e semplicemente socievole e attraeva le persone come fosse una calamita.
Mi ricordo ancora quando, qualche anno fa, incontrò per strada una coppia di turisti argentini: si erano fermati a chiedergli informazioni riguardo il luogo in cui avrebbero dovuto alloggiare. Nonno non si era limitato a spiegare loro dove dovessero andare, ma li aveva accompagnati.
Gli amici lo videro passare in paese su una macchina d’epoca decappottabile e un’espressione soddisfatta. Tornato a casa ci ha raccontato divertito di essere stato invitato in Argentina da due amici, appena conosciuti.
Negli ultimi quindici anni è capitato diverse volte che si parlasse di Orroli nelle reti nazionali e nonno era quasi sempre tra i protagonisti.
Agli inizi del 2018, a novantasei anni, in una puntata di Geo & Geo lo si vede prima zappare e poi arrivare in uno dei suoi luoghi preferiti a incontrare gli amici per la chiacchierata quotidiana.
Per anni si è vantato delle lunghe chiacchierate con Osvaldo Bevilacqua, arrivato a Orroli per girare una puntata di Sereno Variabile.
Durante la pandemia ha partecipato alle riprese del film Badabò, di Stefano Cau, che è stato presentato a Orroli il giorno del suo compleanno, il sei agosto del 2022, senza che lui fosse tra gli spettatori, almeno fisicamente.
L’amico messicano che ci aveva accompagnato in quella gita, di nome Salustiano Velazco, nel rispondere a Olivia che s’informava su queste ricette della gastronomia monacale, abbassava la voce come confidandoci segreti indelicati. Era il suo modo di parlare, questo; o meglio, uno dei suoi modi: le informazioni di cui Salustiano era prodigo (sulla storia e i costumi e la natura del suo paese era di una erudizione inesauribile) venivano o enunciate con enfasi come proclami di guerra o insinuate con malizia come fossero cariche di chissà quali sottintesi.
Italo Calvino, Sotto il sole giaguaro (1986)
COLONNA SONORA
Il brano che mi ha accompagnata durante la scrittura è Optimistic di Paolo Angeli