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Nonna Pisano e nonno Littera

NONNA PISANO NONNO LITTERA

NONNA PISANO NONNO LITTERA

Ho avuto la fortuna di conoscere e ricordare due dei mie bisnonni: la mamma di nonna Anna, Stefania Pisano, che tutti chiamavamo nonna Pisano, e il padre di nonna Gelasia, conosciuto ai più come tziu Antonicu de Littera.

Sono morti entrambi quando io avevo più o meno sei anni, quindi ricordo diversi aneddoti legati a loro ma soprattutto ne ricordo il carattere.

Nonno Littera era affabile e gentile. Indossava sempre il cappello e non si muoveva senza il suo bastone. Quando era a casa di nonna, sostituiva il cappello con la cuffia e stava sempre seduto su una poltrona vicino al camino. Ricordo che mangiava la frutta col pane e anche con la carne.

Quando è morto aveva poco meno di cento anni. Durante i festeggiamenti per il suo novantottesimo compleanno qualcuno gli augurò di arrivare a cento: non ne fu per niente contento.

Nonna Pisano era poco socievole, molto presa da se stessa e non troppo dolce con i bambini. Inoltre era ossessionata dalla pulizia: si lavava continuamente le mani e aveva la sua sedia personale, che nessuno poteva toccare.

Un pomeriggio, un amico di nonno Evandro andò a trovarli a casa e si trattenne fino a sera: tra una chiacchiera e l’altra aveva perso la cognizione del tempo. Ad un certo punto nonna Pisano, evidentemente scocciata da tanta manifestazione di amicizia, si alzò in piedi e con pochissima delicatezza tese la mano all’ospite dicendogli saludai a gomai Antonietta, mi saluti tanto comare Antonietta, riferendosi a sua mamma.

Da allora saludai a gomai Antonietta è diventato sinonimo di trattenersi a lungo. In famiglia lo utilizziamo ancora, nonostante siano passati più di quarant’anni.

Voi lo sapete, tutti lo sanno che le storie si raccontano solo perché da qualche parte sono accadute. Basta afferrare il tono giusto, dare alla voce quel calore interno di impasto che lievita, sereno in superficie, turbolento nella sostanza. Basta capire dove sia il chicco e dove sia la pula, pensando senza quasi pensare.

Marcello Fois, Stirpe (2009)

COLONNA SONORA
Il brano che mi ha accompagnata durante la scrittura è La famiglia di Giorgio Gaber

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