Sant’Isidoro

Oggi si festeggia, o si dovrebbe festeggiare, Sant’Isidoro, conosciuto come Isidoro l’agricoltore, il Santo protettore dei contadini.

Nacque a Madrid verso la fine dell’anno mille. Era molto credente e nonostante pregasse molto durante la giornata il suo lavoro non ne risentiva, anzi. Presto si diffusero testimonianze di eventi che avevano del miracoloso, come la moltiplicazione del grano raccolto da Isidoro. Morì il 15 maggio del 1130 e fu proclamato Santo nel 1622. Le sue reliquie si trovano nella cattedrale di Madrid, città di cui è il Santo Patrono.

Quando frequentavo le elementari, ricordo che, in occasione di Sant’Isidoro, partecipavamo con le maestre alla processione in suo onore: aspettavamo che passasse davanti alla scuola per seguirla in direzione della chiesetta intitolata al Santo, dove il sacerdote celebrava la messa.

Ricordo i buoi e i trattori decorati e addobbati a festa, il tripudio di colori e la gioia che si respirava nell’aria. Per me ha sempre rappresentato il simbolo della primavera.

La messa si faceva all’aperto, perché la chiesetta è molto piccola e la partecipazione è sempre stata copiosa.

La scuola era abbastanza vicina alla chiesa che sorge in periferia, in quello che fino a qualche tempo fa era il vecchio cimitero del paese.

Dico era perché quella piccola o grande, a seconda dei punti di vista, parte di storia del mio paese è stata recentemente trasformata in un parco giochi per bambini. Una grande perdita a mio avviso, perché un parco giochi si può costruire ovunque mentre un vecchio cimitero, con tutto quello che racchiude e rappresenta, una volta buttato giù è distrutto per sempre.

Dacché ho terminato le elementari non ho più partecipato ai festeggiamenti in onore di Sant’Isidoro.

Quel sentiero non sembrava portare da nessuna parte. Marina si limitò a percorrerlo. Mi guidò per una stradina che saliva fino a un loggiato fiancheggiato da cipressi. Più in là, un giardino incantato pieno di lapidi, croci e mausolei ammuffiti languiva tra ombre azzurrate. Il vecchio cimitero di Sarrià.

Carlos Ruiz Zafòn, Marina (1999)

COLONNA SONORA
Il brano che mi ha accompagnata durante la scrittura è Filosofia Agricola di Niccolò Fabi

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